Diritti dei ragazzi, diritti ai ragazzi
Parlare dei diritti dei ragazzi ai ragazzi, dei diritti ai diretti interessati, oltre a essere un simpatico gioco di parole è un viaggio intenso e interessante.
Da ottobre infatti, nella scuola media Buonarroti di Sansepolcro (AR), sei classi seconde stanno continuando il loro percorso con le formatrici del progetto “Piccoli che Valgono” ispirato ai Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Pochissime,solo quelle fondamentali, sono le informazioni che vengono inizialmente date: alcuni cenni storici e una copia della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia. Il resto vien da sé o, meglio, vien da loro. Dalle loro storie, dalle loro esperienze, dalle loro riflessioni. Molto e contagioso è lo stupore generale quando i ragazzi si accorgono che i diritti riportati nella carta parlano proprio di loro, della loro vita, della loro quotidianità.
Questo percorso di immedesimazione è possibile grazie alla semplicità e alla potenza dell’unione tra la tecnica dell’improvvisazione teatrale e quella della discussione in gruppo.
In un primo momento ai ragazzi viene presentata in poche righe una breve storia inerente uno o più diritti.
Vengono scelti quindi dei volontari che la interpretano, improvvisandola. In un secondo momento il “pubblico” interviene esprimendo le proprie considerazioni e segnalando -carta alla mano- quale o quali diritti sono stati tirati in ballo. Automaticamente, e con spontaneità, si sente il bisogno di condividere la propria esperienza: “anche a me è successo che…”, “ho sentito dire che…”, e così prendono vita dibattiti in cui i ragazzi esprimono le loro opinioni, rispondono ai quesiti degli altri, provano a pensare insieme.
Molte sono le domande, i dubbi, i “non lo so” che diventano occasioni di ascolto dell’altro, di riflessione, di sospensione del giudizio e della fretta di sapere tutto e subito.
Molte sono anche le difficoltà dovute dalle contingenze storiche: è complesso cercare di realizzare un lavoro corale e camminare insieme quando ci si può muovere pochissimo, non ci si può mettere in cerchio per guardare in faccia chi parla e a volte, quando i racconti si fanno più intimi e le emozioni più forti, non ci si può avvicinare per sostenersi l’un l’altro.
Molta e sempre sorprendente, infine, è la generosità dei ragazzi, che quando si sentono presi in considerazione si donano e si raccontano senza filtri, con coraggio e ironia e con tutte le contraddizioni, i sogni, i desideri e le paure che l’adolescenza porta con sé, con loro.
Veronica Lazzari