Piccoli che valgono

Si tratta di un progetto nazionale, della durata di tre anni, il cui capofila è Manitese Onlus e Il Timone è partner insieme ad altri soggetti come CIAI, Centro Studi Villa Montesca, Giunti Psychometrics e scuole e comuni di 5 regioni italiane. Il progetto intende affrontare il tema della dispersione scolastica in termini di prevenzione attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti della comunità educante, in primis le scuole.
Per farlo agiremo su quattro dimensioni chiave del disagio scolastico: la vulnerabilità dei minori, la fluidità nel passaggio tra il ciclo della primaria e quello della secondaria, l’impreparazione della comunità educante e l’anonimato degli spazi educativi.
L’obiettivo è promuovere azioni efficaci per contrastare il disagio minorile scolastico e per prevenire le cause di dispersione e abbandono agendo, in particolare, nella fase di passaggio tra il ciclo della scuola primaria e quello della secondaria (fascia di età 9-14 anni). Le sperimentazioni previste dal progetto contribuiranno alla elaborazione di una metodologia replicabile sul piano nazionale per contrastare l’aumento della povertà educativa in Italia.

 

Con i Bambini Impresa sociale

IL BLOG

12/02/2020 13:19 CET | Aggiornato 12/02/2020 13:19 CET

La regola del settimo nano

In Italia un bambino su sette è a rischio abbandono scolastico. La sfida è tenere tutti questi “settimi nani” più vulnerabili nel percorso scolastico 

MONKEYBUSINESSIMAGES VIA GETTY IMAGES

Ogni sette bambini che frequentano la scuola dell’obbligo ce n’è uno che porta i sintomi della disaffezione scolastica. È quanto confermano i primi dati dell’Indagine sul Benessere Scolastico condotta da Mani Tese e Giunti Psycometrics in cinque Regioni italiane per il progetto “Piccoli che valgono” selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

L’indagine ha riguardato 1.277 bambini tra i 9 e i 13 anni, che hanno risposto a 31 domande studiate dagli esperti di Giunti Psychometrics assieme a Stefano Taddei e Bastianina Contena, docenti presso l’Università degli studi di Firenze, per valutare la percezione degli studenti rispetto ai fattori del disagio scolastico: lo stile genitoriale, l’atteggiamento e la fiducia degli adulti nello studio, le emozioni che emergono dalle relazioni all’interno della scuola, l’engagement scolastico, la discriminazione, il benessere fisico, i tentativi di evitamento, il contesto extrascolastico e l’appropriazione degli spazi.

Il risultato che emerge con più evidenza è una sorta di costante fissa del disagio, che riguarda una fascia di minori in una percentuale che si attesta sempre intorno al 15%. È la regola del settimo nano; circa un bambino su sette manifesta un malessere fin dagli ultimi anni della scuola elementare che, se non intercettato per tempo, può facilmente trasformarsi in dispersione e contribuire alle ragioni dell’abbandono, su cui l’Italia continua a mostrare valori preoccupanti rispetto alla media europea.

Il 13% degli intervistati percepisce ad esempio i genitori, come non supportivi perché rimproverano sempre (4,9%), lasciano fare ai bambini tutto ciò che vogliono (5,3%) o più semplicemente si fanno gli affari loro (2,9%). Una percentuale analoga si ritrova nelle emozioni provate a scuola. A fronte di una maggioranza che prova stati emotivi positivi o neutri, il 15% degli studenti dichiara sentimenti negativi come rabbia, paura, tristezza e disperazione nel rapporto con gli insegnanti. La scuola in generale suscita emozioni negative nel 20% dei partecipanti, con un significativo aumento nel passaggio tra la primaria e la secondaria di primo grado. Il malessere si evidenzia anche attraverso le strategie di evitamento (al 15% capita di chiedere ai genitori di essere tenuto a casa da scuola) e le relazioni tra pari (il 9% non ha o ha pochissimi amici nel contesto scolastico). Se guardiamo al contesto extrascolastico le cose non migliorano. La percentuale di minori che fuori dalla scuola dichiarano di non provare stimoli piacevoli è, manco a dirlo, del 15%.

Questi dati sembrano essere in correlazione con la motivazione allo studio, da cui emerge che circa la metà degli intervistati ha poco o nessun interesse per lo studio e, cosa ancor più allarmante trattandosi di una fascia di età tra i 9 e i 13 anni, dichiara di non essere particolarmente interessata ad imparare cose nuove.

Un dato positivo riguarda la fiducia negli adulti. Il 95% degli intervistati dichiara di fidarsi molto o moltissimo degli insegnanti e dei genitori, un numero quasi assoluto che indica una strada chiara per ridurre il disagio.

I bambini, anche quelli che vivono situazioni di marginalità più marcata, si fidano dei propri adulti di riferimento. Quanto è ricambiata questa fiducia? Come è possibile valorizzarne il potenziale positivo e trasformarla, con il passaggio all’adolescenza, in fiducia in sé stessi? Si gioca qui una grossa fetta della lotta all’abbandono scolastico. Gli insegnanti, i genitori e figure che svolgono un ruolo educativo devono farsi corresponsabili di un patto per restituire il più possibile ai bambini quella fiducia che è stata loro accordata, e farla diventare una risorsa.

La scommessa, non solo della scuola ma dell’intera comunità educante, è tenerli tutti saldamente nel percorso scolastico. Anche quelli che a scuola non hanno amici, o che a casa non stanno bene. Anche quelli che in classe ci vanno ma sono tristi, arrabbiati, impauriti. Anche quelli che abitano in un quartiere dove non c’è niente per loro. Quei settimi nani che meritno di poter sfruttare fino in fondo l’occasione di apprendere, utilizzando il massimo delle loro capacità cognitive, affettive e relazionali.

Questo articolo è stato scritto da Giacomo Petitti di Roreto, Responsabile Educazione e Formazioni di Mani Tese

 

Il progetto nelle scuole

 

IO VALGO-LABORATORIO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO M. BUONARROTI

VALORIZZAZIONE DEL SÉ-LABORATORI SCUOLE PRIMARIE E. DE AMICIS E C. COLLODI

PERFETTI IMPERFETTI SCUOLE PRIMARIE E. DE AMICIS E C. COLLODI

DIRITTI DEI RAGAZZI, DIRITTI AI RAGAZZI

IL PROGETTO SECONDO ME.
CLASSE 5B COLLODI